lunedì 6 agosto 2007

LA TESTIMONIANZA DI ELENA

IL MIO INTERVENTO ENDOSCOPICO AL CUORE PRESSO LA OLV CLINIC DI AALST
Affetta da valvulopatia mitralica , tricuspidale e da fibrillazione cronica da circa tre anni avevo deciso che era giunto il momento di intervenire chirurgicamente affidandomi alle tecniche innovative in atto in alcuni centri cardiochirurgici. Ma quando da ricerca su internet compresi che al centro cardiotoracico di Aalst , Belgio, conosciuto come uno dei primi centri europei, l’intervento poteva essere fatto in endoscopia o addirittura con il robot con minor rischio possibile, sfidando la mentalità tradizionale, promisi a me stessa che avrei fatto di tutto per essere operata in quel centro con questa tecnica di ultima generazione.

I primi rifiuti alle mie richieste da parte della ASL mi convinsero che un sistema sanitario a livello europeo era ancora un utopia e che la cardiochirurgia, come arte medica che associa abilità tecnica, creatività e intuizione era condizionata da un forte spirito nazionalistico.
Infine, dopo aver ripetuto più volte la domanda sono riuscita ad ottenere il permesso perché la tecnica da me richiesta non era ancora in uso nel nostro paese almeno non nei centri ufficiali..

Il prof. Hugo Vanermen primario cardiochirurgo del centro di Aalst, che ha sviluppato la tecnica endoscopica denominata ‘Port Access’ ed il prof. Filip Casselman, entrambi luminari a livelli internazionali, hanno potuto, quindi, applicare alle mie valvole malandate la nuova tecnica cardiochirurgica. Attraverso dei fori denominati ‘Port Access’ perché sono delle vere porte d’accesso per introdurre gli strumenti di lavoro e quanto serve all’intervento, i professori suddetti sono stati in grado di riparare perfettamente due valvole e di eseguire la procedura ablativa per il ripristino del ritmo. Dal punto di vista umano invece, l’ esperienza del risveglio postoperatorio è stata meravigliosa. Sapere che le tue vecchie valvole sono ancora là, ristrutturate , rinnovate e rimodellate per riprendere la funzione originaria antecedente la patologia degenerativa è una sensazione stupenda che rafforza, se non addirittura modifica, la percezione della vita intorno e ti chiedi se non sia quello il miracolo che chiedevi e che aspettavi. Il mio cuore infatti, contrariamente a quanto temevo, ha ripreso il ritmo sinusale al primo battito dopo l’intervento.

Ho sempre pensato che la scienza medica sia strettamente connessa a quella forza superiore che è ovunque nell’Universo e che grazie alla Sua illuminante guida l’uomo è in grado di fare ‘grandi cose’ , a volte così grandi da dare l’impressione che il tocco magico di una bacchetta abbia rimesso tutto in ordine come per incanto. Ma, nel caso del mio intervento, di magico non c’è nulla se non le mani dei chirurghi che hanno imparato a muoversi nell’ambito di una tecnologia sempre più sofisticata e meno invasiva ; strumenti di precisione che richiedono addestramento continuo, passione e spirito di sacrificio. Nelle mani di questi uomini di cui Leonardo da Vinci sarebbe stato orgoglioso, ho avuto il privilegio di affidare la mia vita. Ringrazio pertanto i servas del Belgio, Joost Callebout, Vannella Coletti e Colette Renuart per essermi stati vicino con le loro telefonate o le loro visite in clinica. Un grazie anche al regista divino che ha creato le condizioni perché il mio desiderio si avverasse.
(Italia, Bari, 60 anni, data intervento: 4 aprile 2006)

Elena Quidello
+39 339 7241468
elenaquidello@virgilio.it 
(Italiano, English)

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