sabato 1 ottobre 2011

LA TESTIMONIANZA DI ISABELLA F.

Scrivo per testimoniare la mia rinascita, nella speranza che altri possano trarre coraggio e utilità. 
Un vivo grazie a Monica Borella che si occupa di divulgare in Italia la conoscenza di questo tipo di intervento in endoscopia. 
Ho 75 anni. L’8 giugno 2011 alle ore 14.00 sono entrata all’ospedale OLV di Aalst, in Belgio; il giorno 10, il Dott. Hugo Vanermen mi ha sostituito la valvola mitrale. Alle 15.30 del 22 giugno sono stata dimessa e il giorno dopo sono tornata a casa, in aereo, a trascorrere i tre mesi di convalescenza. Il 10 settembre successivo il mio cardiologo ha eseguito la visita di controllo (nessuna necessità di ritornare ad Aalst!): Tutto bene!
Ora farò una visita di routine ogni sei mesi. Vivo di nuovo una vita autonoma, normale, serena, con le sole precauzioni dell’età, e finalmente svincolata dal coumadin. Rimane il ricordo di due piccole cicatrici invisibili. 
Tutto è cominciato nel 2002 con l’insorgenza di un’aritmia atriale, rientrata naturalmente, e il riscontro di una lieve stenosi mitralica. Poi niente di preoccupante fino all’estate del 2010, quando ho iniziato ad avere difficoltà di respiro, difficoltà a camminare e difficoltà a fare le scale. Una nuova aritmia asintomatica con un peggioramento fisico generale e nel febbraio del 2011 entro al San Raffaele di Milano per la cardioversione. Ma tutto si risolve farmacologicamente. Trascorro due mesi tra visite ed esami di controllo. Poi, il 14 aprile, mi si comunica che la situazione è grave ed è necessario, a breve, un intervento chirurgico. 
A Milano, come nel resto d’Italia, si opera con il taglio dello sterno. La mia età rende l’operazione a rischio di complicanze, essendo io, tra l’altro, anche diabetica. E mi rimangono solo tre mesi di tempo per decidere. Mio figlio Giuseppe, allora, compie una ricerca in internet e fortunatamente si imbatte nel Blog Dott. Hugo Vanermen, curato dalla signora Monica Borella, persona gentile. Con il suo aiuto prenota un colloquio e il 26 aprile vola ad Aalst, portando in visione al Dott. Vanermen tutto il materiale clinico. Ne riporta un’ottima impressione di professionalità e umanità, e viene rassicurato sulla fattibilità della sostituzione della valvola mitrale reumatica con la tecnica mini invasiva Port-Access.
Così l’entrata all’OLV viene programmata per l’8 giugno. Per motivi tecnici è anticipata all’8 anche la coronarografia, propedeutica all’intervento. Venerdì 10, alle ore 07.00, vengo prelevata dalla mia camera per l’operazione. Alle 12.30 comunicano a mio figlio Simone che tutto è andato bene e che, come di norma, sono già in terapia intensiva; poi, per motivi precauzionali, questa viene prolungata fino a lunedì mattina. Ma già sabato e domenica ho parlato con i miei familiari, anche se per pochi minuti. Lunedì ho pranzato da sola. Martedì il Dott. Vanermen mi visita: tutto procede bene. I giorni seguenti scorrono veloci, con vistosi progressi, tra medicazioni e terapia riabilitativa immediata, ginnastica e, a seguire, passeggiate, cyclette e scale; perché se non sei autonoma non vieni dimessa! Ad Aalst ho incontrato un giovane amico toscano, che ha fatto meno degenza: l'età conta molto per un rapido recupero in queste operazioni. Dopo la terapia intensiva si può perdere la cognizione del tempo e dell’accaduto. Consiglio di aver vicino un familiare che possa aiutare. 
Voglio esprimere la mia grande gratitudine al Dott. Hugo Vanermen, che mi è stato vicino nei primi giorni dopo l’operazione, e anche a suo figlio; al Dott. Sebastiaan Martens che mi ha assistita, con il quale potevo scambiare qualche parola in italiano o in tedesco; e al giovane infermiere Frederik, che ha dimostrato tanta pazienza e comprensione, seppur dovevamo intenderci a gesti! Ricordo tutte le infermiere che mi furono vicine, che portavano nella stanza sempre un bel sorriso, con le quali, sempre a gesti, imparammo a capirci un po’. Occorre dire che la professionalità mista ad umanità, delicatezza e fermezza è di casa in tutto il reparto ad Aalst: nulla viene tralasciato per il bene del paziente. Poiché è angoscioso parlare senza riuscire a farsi capire, l’ospedale dispone di una persona che parla italiano: è Ann che coniuga la professionalità del suo lavoro di assistente di sala operatoria con l’amorevole aiuto di interprete.
Pensate che subito dopo l’operazione lamentavo spesso di voler tornare a casa dalle mie rose, e una mattina Ann si presenta con una bella rosa del suo giardino!
(Italia, Rovereto, 75 anni, data intervento: 10 giugno 2011).

Isabella Fantoni vedova Cipriani
+39 0464421141
isafanci@libero.it


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