lunedì 1 febbraio 2010

LA TESTIMONIANZA DI ENRICO

Sono nato con un lieve soffio al cuore che fino a 60 anni non mi ha mai limitato in alcuna attività. Ho fatto regolarmente il servizio militare, ho giocato a basket, tennis, marce in montagna, anche ad alta quota ecc... L’unico inconveniente è stata qualche rara extrasistolia dopo i 50 anni, a cui non davo peso. 
A 60 anni ho avuto una extrasistolia + tachiaritmia prolungata (8 ore) che mi ha portato al pronto soccorso dove, temendo un infarto, mi hanno fatto tutti gli esami del caso (negativi), e hanno confermato un’insufficienza mitralica da indagare tramite ecocardiogramma. Il cardiologo che mi ha visitato, pur stando in quel momento io benissimo e senza alcun sintomo apparente, mi ha terrorizzato, dicendomi che era molto urgente sostituire la valvola mitrale e che, se volevo, mi metteva subito in contatto con il centro provinciale di cardiochirurgia che opera in sternotomia. 
In preda ad una comprensibile agitazione, ma non convinto dell’urgenza, e visto che obiettivamente stavo benissimo, ho deciso di attendere ancora e di sottoporre gli esami ad un altro cardiologo di comprovata esperienza, il quale mi disse che in quelle condizioni non era ancora necessario l’intervento, ma che in futuro mi sarei dovuto aspettare l’insorgenza di fenomeni di fibrillazione atriale. La mia vita, però, continuava normalmente senza particolari problemi ed io mi ero quasi dimenticato di tutto, tanto che nel 2008, a 62 anni, sono partito da solo per S.Francisco per raggiungere mio figlio e fare un viaggio nell’ovest degli USA.
A luglio 2009, però, a quasi tre anni dalla prima visita, si è abbattuta improvvisamente la spada di Damocle : la fibrillazione atriale. Pur sapendo che avrei dovuto andare velocemente in ospedale per stabilizzarla, a causa di incombenze sopraggiunte nel frattempo, me la sono tenuta per cinque giorni e solo dopo aver terminato le mie faccende sono andato al pronto soccorso più vicino.
Qui mi hanno subito trattenuto e inviato in terapia subintensiva perché il mio cuore era impazzito. In 4 giorni mi hanno stabilizzato, ma il cardiologo, di sua iniziativa, ha preso contatti con la cardiochirurgia per trasferirmi ed operarmi d’urgenza alla valvola mitrale.
Preso quasi alla sprovvista, ed in un momento di evidente debolezza psicologica, mi sono trovato in cardiochirurgia pronto per essere operato entro 5 giorni in sternotomia, tra l'altro senza sapere se avrebbero effettuato riparazione o sostituzione . 
Nel frattempo, mi ero un pò ripreso, anche se con 10 pastiglie al giorno! Così, visto che tutta quell’urgenza non c’era (i problemi mitralici non sono assimilabili ai problemi da infarto), il 1 Agosto mi sono fatto dimettere. Quel mese mi è servito per riflettere, a mente fredda, sulla mia situazione, e ad indagare tramite internet sui alcuni metodi alternativi di cui avevo sentito parlare. 
Ho consultato i siti di due ospedali italiani di eccellenza che parlavano di chirurgia miniinvasiva ma, l’uno era piuttosto vago, e l’altro parlava solo di casi selezionati decisi di volta in volta dai chirurghi e, quindi, non di routine. Ho rivolto allora la mia attenzione verso gli USA e qui ho trovato immediatamente soddisfazione alla mia ricerca. Infatti basta consultare il sito della Cleveland Clinic e della Mayo Clinic per rendersi conto che negli USA l’87% degli interventi alla mitrale avvengono in chirurgia miniinvasiva.
A questo punto mi sono chiesto se, senza recarsi negli USA, in Europa potevano esserci dei centri analoghi, ed è appunto facendo queste ricerche che mi sono imbattuto nel blog del dott.Vanermen.
Il dott. Vanermen è un cardiochirurgo di fama mondiale per la tecnica miniinvasiva, che applica da circa 15 anni, con migliaia di casi al suo attivo, e che ha saputo costruirsi un'equipe di cardiochirurghi per tutte le tecniche operatorie, che lavorano collegialmente.
Tramite Monica Borella ho preso un appuntamento per una visita preliminare, il giorno 29/11/09. Nel giro di pochi minuti, basandosi sul mio ecocardiogramma e sull’auscultazione stetoscopica, con grande sicurezza, il Dr. Vanermen mi ha spiegato come  si svolge l’operazione in endoscopia videoassistita,  dichiarando che avrebbe riparato e non sostituito la mia valvola, eliminando contemporneamente la fibrillazione atriale con la crioablazione.
Quel giorno stesso ha fissato l'intervento per il 19 novembre 2009.
Quell’incontro mi ha dato molta tranquillità, anche perché, contrariamente a prima, non mi sentivo più in un vicolo senza uscita, ma mi sentivo protagonista, avendo io stesso fatto delle scelte meditate e deliberate, e avendo ricevuto risposte certe.
Per quanto riguarda i costi dell’operazione, non ho neppure tentato di farmeli rimborsare dal SSN, perché avrei dovuto sostenere una battaglia interminabile e ben difficilmente avrei trovato un cardiologo della mia regione disposto a sostenere una tecnica del genere. Perciò, disponendo di una buona assicurazione privata, ho preferito regolare direttamente, e poi chiedere il rimborso.
Nei cardiologi che ho frequentato, ho notato non so se reticenza o proprio scarsa conoscenza delle tecniche cardiochirurgiche avanzate, e la tendenza a privilegiare i centri da cui dipendono, a prescindere dalle eventuali richieste dei pazienti, il cui parere, non viene preso in considerazione.
Il giorno 17 novembre mi sono ricoverato presso l’ OLV ZIEKENHUIS di Aalst, dove sono stato immediatamente sottoposto a tutti gli esami preliminari, ed il giorno dopo sono stato operato dal dott. Vanermen coadiuvato dal figlio. Dopo una notte in terapia intensiva, ed una visita del dott. Vanermen che mi ha spiegato che tutto si era svolto bene, verso mezzogiorno sono stato riportato in camera.
La domenica, tolti drenaggi, cateteri e cannule, ho già potuto alzarmi per mangiare a tavola ed iniziare a camminare. Da lunedi a venerdi ho fatto riabilitazione, e fatto tutti i controlli e, venerdi 27 pomeriggio, a meno di otto giorni dall’operazione, venivo dimesso, perfettamente in grado di muovermi autonomamente. Il giorno seguente, sotto una pioggia battente, ho preso quattro treni, due bus ed un aereo per arrivare a casa mia, dove sono arrivato dopo circa dieci ore  di viaggio, non particolarmente affaticato, nonostante tratti a piedi e scale. 
Il recupero delle forze è avvenuto in due settimane facendo un po di ciclette in casa e senza riabilitazione o esercizi particolari.
Devo sentitamente ringraziare il dott. Hugo Vanermen per aver messo in atto già da 15 anni un metodo di chirurgia teso a ridurne l’invasività, senza pregiudicare la sicurezza dei risultati; e per avere creato una struttura perfettamente funzionante, all’avanguardia, flessibile a tutte le problematiche cardiochirurgiche, aperta a tutti i pazienti che vogliono farsi curare lì, e che ha a cuore la psicologia del paziente.
Devo anche ringraziare Monica Borella che con il blog mi ha facilitato la ricerca, mi ha dato informazioni e mi ha messo in contatto con questa realtà non facile da trovare per i non addetti ai lavori, e per chi viene dall’estero.
Ringrazio, infine, tutti i collaboratori, ed in particolare Ann, infermiera di sala operatoria, che parlando un discreto italiano, aiuta il dott. Vanermen nelle esigenze dei pazienti italiani.
Sono a disposizione per qualsiasi informazione.
(Italia, Piemonte, 63 anni, data intervento: 19/11/2009)

Dott. Enrico Scelsi
enric.scelsi@tiscali.it

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