giovedì 6 aprile 2017

TESTIMONIANZA DI REMO

Sono Remo Pizzardi, di Miano, sceneggiatore, di anni 87... mai sentiti. Amo la montagna, pratico trekking e vela. 
Nel mese di giugno mia figlia Diana mi manda il medico di base per una visita a domicilio preoccupata perché ho qualche perdita di sangue dal naso e …sorpresa, quello mi trova un soffio al cuore! Cardiologo, eco color-doppler, valvola mitralica con corda strappata da operare il più presto possibile. Vietata la montagna, il trekking, le fatiche e appuntamento in settembre per l’intervento chirurgico tradizionale. Non mi resta che la vela per passare il tempo senza angosciarmi troppo...
Per una serie di casi fortunati, che mi hanno fatto pensare “Lassù qualcuno mi ama!” (la mia amata compagna è mancata tre anni fa) da un vicino di barca lussemburghese, col quale simpatizzo subito, vengo a sapere che un noto cardiochirurgo belga opera con una tecnica endoscopica mininvasiva. Si tratta del prof. Hugo Vanermen, che ha operato suo padre senza “aprirlo come un pollo” (così si è espresso il mio amico), il quale padre, dopo tre giorni, andava in bicicletta!
Mi metto subito in contatto con l’assistente del cardiochirurgo, Agnes Cardella, gentile, presente efficientissima, ed ecco l’ultimo colpo di fortuna: Vanermen opererà a Roma il 27 settembre presso l’European Hospital, convenzionato con il S.S.N. 
Ho una fiducia istintiva (e delle ottime informazioni) e mi prenoto immediatamente.
Il 26 settembre alle 8, accompagnato da mia figlia Diana, mi presento all’European Hospital di Roma, bellissimo e organizzatissimo centro particolarmente specializzato in cardiologia e adeguatamente attrezzato, accolto dall’attivissima Agnes. Vengo ricoverato in una bella e panoramica stanza singola, oggetto immediato dei sanitari che mi sottopongono egli svariati esami e controlli necessari.
Il giorno seguente, nel pomeriggio, il Prof. Vanermen viene a conoscermi: è cordialissimo, semplice, sorridente, rassicurante. Mi dice che dagli esami risulto in buone condizioni fisiche e che il mattino seguente mi opererà.
Anche mio figlio Dario arriva a Roma per seguire assieme a Diana le fasi della mia operazione, che la bravissima Agnes riferirà loro dalla sala operatoria.
Il mattino seguente, verso le 8, mi portano in sala operatoria. Sono lucido e curioso, perseguo dantescamente “virtude e conoscenza”. Vedo sopra di me la lampada del tavolo operatorio, percepisco nella penombra intorno la presenza degli operatori. Mi si avvicina l’anestesista… poi il nulla, non ci sono più.
Mi sveglio in una stanza che, capirò poi, è la sala di rianimazione. C’è un orologio a muro che segna le 4. Faccio i conti mentalmente ed esclamo tra me: “Allora mi hanno già operato e sono ancora qua!”. Arriva Agnes sorridente e mi fa segno di OK. Poi viene lui, Hugo Vanermen: è palesemente contento, mi dice che tutto è andato bene e, vista la mia reazione, mi fa uscire dalla rianimazione con mezza giornata di anticipo.
Più tardi viene a trovarmi in camera, con Agnes. E’ molto contento e mi stringe le mani con affetto e mi descrive quello che mi ha fatto: riparazione della valvola mitralica con sostituzione di due corde strappate con altrettante di Goretex e sostituzione della corona. Mi ha dato i i suoi consigli per la riabilitazione: due settimane in montagna all’aria buona: la prima di riposo, la seconda di ripresa dell’attività motoria. 
Dopo due giorni sono in piedi e cammino avanti e indietro nel lungo corridoio. Il 3 ottobre vengo dimesso dall’ospedale e mio figlio Dario mi porta in montagna.
Le previsioni del professor Vanermen si sono puntualmente avverate. Il professor Vanermen è un cardiochirurgo geniale, un uomo forte e gentile. 
Gli sono profondamente grato!

Remo Pizzardi




Anche noi, come figli, vogliamo ringraziare il professore e la sua assistente Agnes, che sono una macchina perfetta.
Non sapete cosa significhi a livello umano per un parente che sta aspettando fuori da una sala operatoria, ricevere messaggi rassicuranti ogni 50 minuti esatti, messaggi che ti accompagnano durante ore lunghissime, in cui la vita ti passa davanti…
E questo non è solo durante l’operazione, ma prima e dopo, nei mesi successivi. L'assistenza da quando si contattano fino alla fine della terapia… A 360 gradi. 
Lo posso dire a gran voce, visto che siamo ancora nei due mesi post operazione: non c'è una volta in cui Agnes abbia tardato a darci una risposta o una rassicurazione.
In filo diretto con il professor Vanermen, è sempre a disposizione per le analisi, medicine, consigli in caso di serio bisogno.
Per non parlare dell'empatia e del sincero affetto che si crea in una relazione così.
Insomma, che dire?  Grazie di tutto e, da questa esperienza che doveva essere non certo bella per i motivi che potrete tutti immaginare, ne abbiamo invece ricavato una ricca e avvincente avventura, anche grazie (a onor del vero), al carattere di nostro padre, che a 87 anni ha affrontato questa operazione nel migliore dei modi, con tutta la positività e la “lucidità” del caso!
Grazie a tutti. 

Dario e Diana Pizzardi


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